domenica 12 giugno 2016

Sull'altipiano di Lussu fra silenzio, parole e memoria

<<Tra i libri sulla Prima Guerra Mondiale Un anno sull'altipiano di Emilio Lussu è, per me, il più bello>>. Così scriveva nel febbraio 2000 Mario Rigoni Stern introducendo l'edizione tascabile di quello che è un classico della letteratura italiana del Novecento. E davvero sono pochi quelli che non abbiano letto il libro di Lussu, che un tempo si proponeva alla scuola media (qualcuno lo fa ancora) o almeno visto Uomini contro, il film che, pur molto diverso dal libro, da esso trasse Francesco Rosi nel 1970. 

Un anno sull'altipiano è, secondo quanto ci dice lo stesso Lussu, un libro di memoria. Senza tesi, si pone come nuda testimonianza sulla guerra, la Grande Guerra. Non serve aggiungere altro: come tutte le testimonianze, anche questa andrebbe solo ascoltata e meditata. Con questo spirito domenica scorsa, assieme ad una trentina di amici dell'Associazione culturale Luigi Meneghello di Malo (Vi), sono salito sui luoghi in cui è ambientato il libro di Lussu: monte Castelgomberto, monte Spill e, soprattutto, monte Fior, il tristemente noto monte Fior. Il programma della giornata era semplice ma denso di significato: un'escursione sui luoghi del libro con alcune tappe, sette in tutto, di lettura. 

Scendendo dal monte Castelgomberto...
La partenza è avvenuta in tarda mattinata da malga Slapeur, a m. 1600 s.l.m. Abbiamo affrontato il percorso, che si snoda ad anello, in senso orario: dalla malga, salita alla sella che separa monte Fior dal monte Castelgomberto, quindi salita a monte Fior, monte Spill e  discesa attraverso la cosiddetta "città di roccia". Una pioggia fitta e sottile ha accompagnato la salita fino alla sella fra i due monti; poi il tempo è andato migliorando, la pioggia è cessata e le nubi ci hanno concesso a tratti qualche timido raggio di sole. 

Procedendo il gruppo conversava, osservava, qualcuno dava informazioni storiche o paesaggistiche; poi, nei momenti e nei luoghi prestabiliti, ci si raccoglieva attorno ai lettori per ascoltare le parole di Lussu. Sette tappe, dicevo: sette momenti di incredibile intensità. I luoghi, si sa, sono parte delle storie che in essi sono ambientate, specie se si tratta, come in questo caso, di avvenimenti realmente accaduti. Ascoltare un'opera già di per sé forte come quella di Lussu nei luoghi ove avvennero i fatti narrati è stata un'esperienza che anche ora, a una settimana di distanza, torna a scuotermi e ad emozionarmi. 

Dopo la prima tappa di lettura, avvenuta fra i due monti, siamo saliti sul Castelgomberto e da lì siamo scesi attraverso la trincea di prima linea, restaurata negli ultimi anni. La roccia bagnata mandava un odore caratteristico, il bosco sotto di noi verdeggiava silenzioso. 
Tappa di lettura a monte Fior
Sulla vetta di monte Fior nuova lettura e nuove emozioni grazie anche alla preparazione dei lettori. Altri gruppi, di passaggio, si fermavano incuriositi, le "ciacole" si zittivano. Ora è Lussu a parlare. E davvero ci pareva di essere con lui nel 1916. <<Chi ha assistito agli avvenimenti di quel giorno, credo che li rivedrà in punto di morte>>: queste le parole con cui si apre il capitolo VI, quello che narra dell conquista di monte Fior da parte degli austriaci.
Eccoci sulla vetta di monte Fior cent'anni dopo gli eventi descritti: il cielo si apre, tutt'intorno è silenzio. Qui cent'anni fa ragazzi di vent'anni ubriachi di cognac si sono uccisi a migliaia.

Sulla via del ritorno...
L'escursione è proseguita con la visita a monte Spill, baluardo a sud del Fior, la discesa fino alla Casera Montagna Nuova e il ritorno attraverso la "città di roccia". Lì, fra marmotte che ci scrutavano curiose, abbiamo letto uno degli ultimi capitoli del libro, il XXIX, che narra della visita di Lussu al collega Avellini ormai morente. Non ricordavo quanto fosse struggente quel capitolo: si parla di sogni, di amore, di speranze...

Poco prima di raggiungere le auto, ecco l'ultima tappa di lettura, quindi i ringraziamenti e i saluti. È seguito il pranzo al sacco: un panino con la sopressa, un bicchiere di vino, parole e battute come sempre tra persone amiche in montagna. Cosa posso aggiungere di più? Un ringraziamento all'Associazione culturale Luigi Meneghello e in particolare al suo presidente, Valter Voltolini, per un'esperienza davvero unica e che consiglierò il più possibile agli amici e ai miei studenti. 

Concludo tornando a quell'introduzione al libro firmata da Rigoni Stern, in cui il "vecio" scriveva quanto segue: <<Ora, i giovani di oggi, per i quali la Grande Guerra è più lontana della luna, in questo libro trovano quello che i testi scolastici non dicono, quello che i professori non insegnano, quello che la televisione non propone>>. Faccio mio l'augurio di leggere (o rileggere) Un anno sull'altipiano, aggiungendovi quello di recarsi, libro alla mano, sui luoghi. Le emozioni e le riflessioni non mancheranno. Negli anni del centenario sarà inoltre un gesto piccolo ma di valore mentre tanto si celebra e forse poco si medita. Un modo umile per accostarsi alla storia e per fare memoria di quei ragazzi di vent'anni rimasti, per citare Paolo Monelli, con le scarpe al sole.





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